Pagaiando alla scoperta della Frisia e di noi stessi
di Paolo Marconi
L’11 City Tour si è da poco concluso ed è stata una fonte di crescita personale e atletica. La sfida non è rappresentata solamente dai 5 giorni di gara, ma dal percorso che si compie dal momento in cui decidiamo di parteciparvi. Come ho sentito dire da qualcuno durante l’evento: “qui vince chi inizia”. Ed è proprio così, dal primo all’ultimo, dal suppista più esperto al neofita in cerca di sfide, tutti quanti sono dei vincitori. Non perché abbiano battuto qualche record o scalato le classifiche; sono vincitori perché hanno deciso di mettersi alla prova e di attraversare la Frisia in SUP per diventare atleti e persone migliori.
Questa era la mia seconda partecipazione all’11 City Tour, la prima fu nel 2019 dove mi classificai quarto al termine di una gara durissima e inaspettata. Quest’anno sono salito sul podio, al secondo posto, vincendo 3 tappe su 5 ma perdendo tempo ed energie rispetto ai miei avversari con tavole vuote disegnate specificamente per questo tipo di condizioni. Nonostante il risultato sono davvero fiero di come ho gareggiato e di come ho reagito alle avversità, portando a casa una performance atletica di spessore che avvalora la programmazione svolta e rafforza la fiducia nei miei metodi di allenamento.
In questo post però non mi soffermerò sulla mia prestazione o su come mi sono allenato per questa sfida, se vorrete lo faremo più avanti, magari in un’altra occasione. In questo post vi porterò con me, tappa dopo tappa alla scoperta della Frisia e di voi stessi a bordo del SUP.
Tappa 1: Leeuwarden-Sloten 44,5km
La tappa inaugurale inizia nella cittadina di Leeuwarden dove sotto gli occhi di tanti tifosi e appassionati gli atleti delle varie categorie iniziano il loro viaggio in SUP. Una tappa di oltre 44 chilometri in cui, appena lasciata la città, si inizia a pagaiare all’interno di canali di medie dimensioni affollati di suppisti carichi di entusiasmo per questa avventura appena iniziata. Dopo circa una ventina di chilometri si entra nel centro abitato di Sneek dove al chilometro 25 ci si ferma per il break obbligatorio di 15 minuti. Il break può essere una manna dal cielo ma può anche spezzare il ritmo e farti ripartire più stanco di prima. Terminato il pit stop si riparte per la seconda metà della tappa. Si alternano canali e passaggi cittadini fino al chilometro 39 dove ci si immette nel primo lago della gara. Per circa 4 chilometri si pagaia in un laghetto che in base alle condizioni meteo può essere molto sfidante. Quest’anno per esempio il vento contrario e le onde ravvicinate, sommate ai 40 chilometri di tappa già percorsi, ci hanno dato non pochi problemi costringendoci a spremerci a fondo per arrivare al termine della giornata. Una volta terminato il lago si entra nel piccolo centro abitato di Sloten dove dopo 44 chilometri si taglia il traguardo.
Come al termine di ogni tappa ci aspettano un bel massaggio e una cena abbondante per ricaricare le energie in vista di una settimana impegnativa.
Tappa 2: Sloten-Workum 43,4km
La seconda tappa è la tappa dei laghi. Lungo il percorso si attraversano varie sezioni di acqua aperta che romperanno il ritmo e la tranquillità dei canali. Meno di un chilometro dopo la partenza da Sloten ci si immette subito nel lago, lo stesso dove si pagaia il finale della prima tappa. I laghi all’11 City Tour possono sempre avere qualcosa in serbo per la gara, che sia vento contro o a favore, possono sempre regalare grandi sorprese.
Il primo lago dura circa 3 chilometri, tra il decimo e l’undicesimo chilometro si affronta un altro piccolo laghetto e dal 15 esimo fino al 22 esimo si pagaia attraversando due laghi collegati tra loro. In questa edizione i laghi sono stati una grande montagna da scalare. Il vento e l’onda contraria hanno infatti messo in difficoltà l’intera flotta rendendo la seconda tappa forse la più difficile dell’intero tour. Il break arriva intorno al chilometro 22 presso Stravoren, dopo aver attraversato tutti i laghi. Da qui in poi si torna nei canali fino al termine della tappa. In questa parte del tour si costeggia il mare fino a tornare nell’entroterra e sbarcare a Workum dopo poco più di 43 chilometri. Workum è un paesino incantevole, il piccolo porticciolo sembra un covo di pirati ma tutto intorno si vedono campi e pianure sconfinate. Il contrasto tra marineria e agricoltura è uno dei fattori che rende magica questa regione.
Tappa 3: Workum-Franeker 41,25km
Alla mia prima partecipazione nel 2019 la terza tappa prevedeva una prima frazione di 12 chilometri a cronometro seguita da 30 chilometri in linea per concludere la giornata. Quest’anno invece la tappa era totalmente in linea con il break intorno al 19 esimo chilometro nella località di Witmarsum.
Dopo la partenza si attraversa Workum per un paio di chilometri, per poi immettersi di nuovo nei classici canali. La prima parte di gara è un alternarsi di canali e passaggi attraverso piccoli centri abitati. La pausa a Witmarsum arriva abbastanza rapidamente, ma in questa occasione prima della metà del percorso, ciò vuol dire che al termine della pausa ci sarà ancora tanto da pagaiare prima del traguardo. Ripartiti da Witmarsum si torna a pagaiare in una serie di canali con diverse curve e cambi di direzione, nel nostro caso il vento variava in base alla nostra rotta, prevalentemente colpendoci di prua o di lato. Si continua così fino al km numero 30 dove entriamo nel centro abitato di Harlingen e lo attraversiamo per qualche migliaia di metri. Infine al 34 esimo chilometro ci si immette in un grande canale che ci porterà fino quasi al termine della tappa. Questo canale è molto trafficato da barche e battelli anche di grandi dimensioni e può essere temibile per il vento e le scie. Nel nostro caso il vento ci ha graziato provenendo dalla poppa e spingendoci a buone velocità.
Intorno al 40 esimo chilometro si deve lasciare il canale per immettersi nella cittadina di Franeker dopo una doppia curva stretta e un ponte basso da attraversare. Da qui in poi un paio di chilometri nel centro abitato ci conducono finalmente alla fine di questa terza tappa.
Tappa 4: Franeker-Dokkum 42,76
La penultima tappa dell’11 City Tour è la tappa delle dighe. Durante il percorso si attraverseranno due dighe sbarcando dalla tavola e praticando ciò che in Frisia è chiamato “Klunen”.
Lasciato Franeker alle spalle ci si immette in una serie di canali abbastanza stretti fino ad arrivare alla prima diga superato il decimo chilometro. Qua si sbarca e si corre per un centinaio di metri per poi ritornare a pagaiare in un canale più largo.
La tappa prosegue senza troppi intoppi fino alla pausa che si tiene presso Oude Leije intorno al chilometro 22. Qui si attraversa un’altra diga per poi affrontare la seconda metà della tappa.
Si affronteranno poi una serie di canali stretti e poco profondi dove l’acqua risulta particolarmente dura. Poi intorno al trentesimo chilometro ci si immette in un ampio canale che nel nostro caso ci ha regalato velocità molto alte grazie alla corrente e al vento a favore. Per circa 12 chilometri si naviga dunque in una grande via d’acqua che conduce fino al centro di Dokkum. Poco prima del traguardo si passerà sotto un paio di ponti per poi vedere il grosso mulino a vento proprio di fronte all’arrivo dell’ultima tappa in linea del Tour.
Tappa 5: Dokkum-Leeuwarden 27,2km
La quinta e ultima tappa dell’11 City Tour è la più corta ma non per questo la più facile. Per gli atleti della categoria Race si tratta di una tappa a cronometro. Si parte scaglionati a distanza di 30 secondi e si cerca di percorrere i 27 chilometri nel minor tempo possibile, senza scie né pause o aiuti esterni. Gli atleti della categoria Tour invece percorreranno la tappa con la solita pausa a metà. La minore distanza non garantisce però uno sforzo minore. Il vento forte contrario, come nel caso di questa edizione, la stanchezza accumulata e altri fattori possono rendere l’ultima tappa davvero difficile.
In questa tappa oltre agli atleti che completano la 5 giorni ci sono anche gli atleti iscritti solamente alla gara della domenica, il che crea una bella atmosfera e un bell’affollamento di suppisti nei canali.
Una volta lasciato Dokkum si percorre in senso contrario il canalone col quale termina la quarta tappa. Poi dopo poco più di 10 chilometri si svolta verso sinistra immettendosi in una serie di canali più stretti. Intorno al chilometro numero 22 si entra di nuovo il Leeuwarden dove ci si sente quasi a casa. L’atmosfera degli ultimi chilometri è magica, il peso di tuttia la strada percorsa ci cade addosso insieme all’emozione e alla consapevolezza di aver portato a termine una sfida epica.
Superato il traguardo i volontari ci mettono al collo la croce con i colori della Frisia, chiunque l’abbia conquistata ha il diritto e il dovere di sentirsi orgoglioso per aver completato una delle gare di endurance più toste dello sport.
Le emozioni che si vivono in questo evento sono davvero innumerevoli. In questo articolo ho volutamente omesso molti particolari che spero scoprirete alla vostra prima partecipazione all’11 City Tour. Ci sono momenti in cui tutto sembra difficile e insormontabile, altri momenti in cui ci si sente invincibili, tutto ciò avviene in un'atmosfera di condivisione e amicizia che rende i partecipanti e i volontari parte di una tribù per sempre.