Diario di bordo: Creta
4 giorni di gare, 2 eventi di Coppa del Mondo ICF
di Paolo Marconi
Quest’anno il calendario internazionale ci ha fatto un gran regalo, portandoci a Creta per ben 4 giorni di gara di fila all’interno di due eventi di Coppa del Mondo ICF.
Abbiamo visitato Creta per la prima volta nel 2017 quando Eurotour portò il SUP Mondiale sulla più grande delle isole Greche, precisamente ad Agios Nikolaos. In seguito siamo tornati a gareggiare a Creta altre 3 volte, sempre affascinati dall’atmosfera speciale e dalle competizioni in condizioni tecniche e spesso ventose in stile mediterraneo.
Ad inizio stagione quindi quando abbiamo visto l’opportunità di tornare a gareggiare sull’isola non abbiamo esitato, anche perchè quest'anno il divertimento sarebbe raddoppiato. Infatti al classico evento di Agios Nikolaos si è aggiunta una nuova competizione a Sitia, due eventi internazionali nella stessa settimana, sulla stessa isola, ad una sola ora di distanza l’uno dall’altro: un vero spasso per noi suppisti da gara.
I due eventi sono stati organizzati in stretta collaborazione dai club di Agios Nikolaos e di Sitia, dal 1 al 4 maggio, entrambi erano validi come tappe di Coppa del Mondo ICF. Le competizioni a Sitia prevedevano una Technical Race il giovedì ed una Sprint il Venerdì. Ad Agios Nikolaos invece il programma offriva una Technical Race il sabato e la classica Long Distance la domenica. 4 giorni di gare ad altissimo livello, in una delle isole più belle del Mediterraneo, un’occasione da non perdere per chi come noi ama gareggiare ma anche visitare luoghi speciali. In oltre una decade di competizioni internazionali abbiamo ormai ben chiaro che la passione per la competizione e il SUP va di pari passo con quella per i viaggi e per la scoperta del mondo. Siamo sempre aperti a nuove esperienze di viaggio, di sport e di vita e non vediamo l’ora che le nostre tavole e le nostre pagaie ci forniscano l’opportunità per metterci in viaggio.
Quest’anno la nostra permanenza a Creta è stata più lunga delle scorse volte. Siamo arrivati sull’isola lunedì pomeriggio, avendo tutto il tempo per ambientarci e scoprire una nuova realtà come quella di Sitia. Ogni volta che visitiamo Creta restiamo sempre colpiti dalla sua atmosfera, la classica bellezza mediterranea dei paesaggi, la genuinità che si percepisce in ogni aspetto della vita quotidiana, dal cibo agli abitanti, ma soprattutto la forte presenza della natura, del mare e delle montagne che sovrastano i paesi. Sitia ne è la massima espressione, la presenza del mare è costante e nel paese arroccato sulla montagna si respira un’atmosfera magica dove il tempo sembra fermarsi. Ancora una volta il SUP ci ha portato a scoprire un nuovo luogo magico che porteremo dentro a lungo.
I primi giorni ci sono serviti così per ambientarci, allenarci sui nuovi campi di gara e scoprire Sitia e le sue bellezze. Mercoledì prima della gara abbiamo avuto l’onore di tenere un workshop presso il Club Nautico durante il quale abbiamo condiviso la nostra esperienza con una decina di partecipanti, per la maggior parte giovani suppisti da gara.
Il tempo vola quando si sta bene e così in un batter d’occhio è arrivato il momento tanto atteso di scendere in acqua e gareggiare per le Technical Race, evento inaugurale di questa lunga settimana di gare a Creta.
DAY 1
La prima delle due Technical Race di questa settimana di competizioni a Creta ha dato inizio alle danze in un piovoso primo maggio. Le prime batterie si sono tenute presto la mattina per consentire lo svolgimento delle tante gare in programma. Oltre alle categorie Open maschili e femminili nelle quali si sfidavano atleti e atlete Elite provenienti da ogni parte del mondo, vi erano tutte le categorie di età previste dalla ICF. Numerosissimi i partecipanti nelle categorie giovanili, soprattutto provenienti dalle varie parti dell’isola. Infatti abbiamo scoperto con piacere che Creta è un vero e proprio vivaio di giovani suppisti da gara, la maggior parte degli atleti di SUP greci provengono proprio da qui e i club presenti sull’isola sfornano giovani talenti ogni anno, a dimostrazione che il mare scorre nelle vene degli abitanti di Creta. Ancora una volta siamo rimasti colpiti dalla grande presenza nelle categorie giovanili, a testimonianza del fatto che il nostro sport sta diventando sempre più praticato e che sta anche mettendo solide radici per un futuro sempre più florido.
Il percorso della Technical Race si articolava sulla distanza di 1 Km con ben 7 giri di boa. Le nostre gare sono state toste fin dalle prime batterie, nei quarti di finale e nelle semi un forte vento laterale ci ha accompagnato per tutto il percorso rendendo la competizione più fisica che tecnica. Sia Susak che io ci siamo qualificati alle finali che si tenevano nel pomeriggio. Poco prima di scendere in acqua il vento è calato a causa della forte pioggia e ci siamo ritrovati a gareggiare sotto l’acqua battente e in condizioni di flat water.
La mia finale è iniziata con una partenza decente che mi ha portato a girare la prima boa nella top 5, qualche indecisione nelle controscie e un piccolo errore a tre boe dalla fine mi sono però costati la lotta per il podio ed ho terminato la finale al settimo posto. Ovviamente si può sempre fare meglio ma la soddisfazione per aver raggiunto un’altra finale di Coppa del Mondo e per essere in acqua con alcuni dei più forti riders del pianeta è più forte di un podio mancato. Le performance degli altri atleti in acqua sono state stellari, con Shuri Araki che ha dominato la gara in tutte le batterie sul gradino più alto del podio, seguito da un Donato Freens che si aggiudica il secondo posto dopo un’impressionante rimonta e dal fortissimo brasiliano Eri Tenorio. Ottime performance anche di Filippo Mercuriali che termina con un solido quinto posto e la consapevolezza di poter stare tra i più forti in tutte le specialità, e di Tommaso Pampinella che termina in top 10.
La performance del giorno però va a Susak che dopo una partenza non troppo brillante rimonta con grande esperienza tra le boe e si aggiudica un terzo posto con grinta e cuore, tornando sul podio in Coppa del Mondo e dimostrando che il duro lavoro e la passione ripagano sempre. Davanti a lei la giovane promessa Csillag Kocsis in seconda posizione e la campionessa portoricana Mariecarmen Rivera che vince con una performance dominante.
DAY 2
La seconda giornata di gare ha visto gli atleti sfidarsi su una Sprint di 150 metri all’interno del porto turistico di Sitia. Anche il secondo giorno di maggio è iniziato presto per tutti i partecipanti, in modo da consentire lo svolgimento delle tantissime batterie visto il gran numero di atleti in tutte le categorie. Ogni batteria era composta da 8 partecipanti, ognuno all’interno della propria corsia per rendere la gara il più equa possibile. Fin dalle qualifiche si sono viste performance impressionanti anche da parte di atleti abbastanza sconosciuti o nuovi al mondo del SUP da gara. Le sprint in linea infatti attraggono molti ex canoisti o giovani atleti che arrivano dal mondo della canoa canadese, i quali sono abituati a questo tipo di performance e a questo modo di gareggiare. Gli atleti classici che seguono regolarmente i circuiti internazionali non sono per la maggior parte abituati a gare del genere, il che rende i risultati delle sprint solitamente più incerti e sorprendenti.
Per questa tappa di Coppa del Mondo ho deciso di non partecipare alle sprint, è una decisione sulla quale ho riflettuto a lungo negli ultimi anni e credo che sarà definitiva anche per le prossime tappe. Gli Sprint in linea non fanno per me, non appartengono al mio fisico e al mio modo di allenarmi, né tanto meno alla mia visione del SUP, molto più legata alle skills e alla lettura delle condizioni piuttosto che alla pura performance in un ambiente il più possibile neutro. Per apprezzare una sprint mi serve almeno una partenza dalla spiaggia e un giro di boa, e se non chiedo troppo anche qualche onda.
Ciò non toglie che apprezzi e ammiri gli sprinter e la loro espressione di pura potenza in acqua, vederli in azione è davvero impressionante. Gli specialisti di questa disciplina riescono a far planare la loro tavola partendo da fermi in pochissimi secondi, mantenendo un ritmo e una potenza impressionante per quasi un minuto.
Così per assistere a tali performance e per supportare Susak, che ama cimentarsi anche nelle brevi distanze, mi sono recato sul campo di gara di prima mattina. Da subito si è visto il divario tra atleti con un background di canoa e suppisti puri, Susak è uscita nelle semifinali insieme ad altri atleti di calibro internazionale che hanno fatto fatica fin dai primi turni.
Negli uomini ha vinto Andrey Kraitor, ex canoista olimpionico, che si dimostra sempre più dominante in questa disciplina, secondo il giovanissimo atleta rumeno Matei Barbu già campione del mondo Sprint, a completare il podio Phaedon Doukas, atleta di SUP classico che però si sta sempre più dedicando a questa disciplina. Tra le donne vince l’americana Katniss Paris, seguita da Mariecarmen Rivera e da Hannah Kaminska altra giovane specialista delle Sprint.
Dopo aver osservato da fuori questa giornata di Sprint in linea ho riflettuto molto sul futuro del nostro sport e sono arrivato alla conclusione che siamo davvero vicini alla specializzazione degli atleti. Quando ho iniziato a fare le gare di SUP tutti quanti facevano tutto e i più forti potevano ottenere ottimi risultati in ogni disciplina. Al giorno d’oggi invece il livello è tale che l’allenamento richiede sempre più specializzazione. Sono sicuro che molto presto (in alcuni casi sta già accadendo adesso) vedremo sempre più atleti specializzarsi in una, massimo due discipline. Questo avverrà specialmente con le sprint che sono la disciplina più diversa dalle altre in termini di modello prestativo e di modalità di allenamento. Credo anche che prima o poi vedremo eventi unicamente dedicati agli sprinter e altri unicamente dedicati alle Tech Race o alle Long Distance. Tutto ciò è l’ennesima dimostrazione che il nostro sport è ancora in una fase embrionale e sta piano piano trovando la propria identità insieme agli atleti che lo praticano.