La mattina di Pasqua, domenica 20 aprile, un centinaio di atleti si sono trovati presto in spiaggia per prepararsi alla Long Distance. Questa gara avrebbe decretato sia i vincitori della tappa di campionato federale combinando i risultati con le sprint, sia i vincitori assoluti dell’Etrusca SUP Race 2025. La giornata è iniziata sotto la pioggia e con un vento di scirocco più leggero del giorno precedente ma sufficiente per regalarci qualche onda su cui planare. Alle 10.30, al momento della partenza, la pioggia era cessata ma il mare era ancora mosso grazie al vento che continuava a soffiare da Sud-Est. Il percorso dell’Etrusca è da sempre uno dei più affascinanti e completi del panorama nazionale. Si parte dalla spiaggia di fronte a Spot One, si gira la prima boa a sinistra e ci si dirige verso la scogliera che preannuncia l’ingresso nel fiume Cecina. L’ingresso nel fiume è sempre molto tecnico e contraddistinto da correnti e onde, soprattutto con lo scirocco che spinge il mare all’interno del fiume. Dopo circa 3 chilometri di gara si passa sotto un ponte che determina l’ingresso nella parte più calma della gara. Da questo momento in poi si pagaia sull’acqua piatta per circa un chilometro, per poi girare una boa a sinistra e compiere il percorso a ritroso. La sezione nel fiume non è però semplice, si deve infatti prestare attenzione alla corrente, alla traiettoria e al basso fondale che molto spesso costringe ad adattare la pagaiata per non toccare il fondo con la pagaia. Una volta usciti dal fiume si torna a pagaiare in mare aperto per poco più di 2 chilometri, dirigendosi a tutta velocità verso il traguardo in spiaggia dopo aver girato l’ultima boa a destra. Questo percorso è sempre lo stesso, anno dopo anno, gli atleti lo conoscono bene ma nasconde sempre nuove insidie, tenendo conto sia della direzione del vento, sia della condizione del fiume. Può capitare una gara totalmente piatta senza vento e corrente ma anche una gara con il fiume in piena e grosse onde nella parte di mare aperto. Quest’anno le condizioni non erano proibitive, la parte in mare prevedeva un upwind all’andata ed un downwind leggermente laterale al ritorno con una decina di nodi di scirocco; la parte nel fiume invece era molto tranquilla e il basso fondale era l’unica insidia.
La partenza è stata come sempre fulminea, con un gruppo di una decina di atleti che si contendeva il passaggio alla prima boa. Il mio scatto iniziale è stato buono, ho lavorato molto con la frequenza di pagaiata portandomi in seconda posizione dietro al velocissimo Filippo Mercuriali che ha girato per primo la prima boa. Dopo aver iniziato il tratto di upwind mi sono portato al fianco di Filippo per controllare la testa della corsa insieme a lui e rispondere ai vari attacchi che arrivavano dai giovani atleti dietro di noi. Abbiamo collaborato e cercato di fare selezione fino all’ingresso del fiume dove ho provato ad attaccare, portandomi molto vicino alla scogliera per surfare il backwash. L’attacco ha funzionato e al passaggio sotto il ponte siamo rimasti in tre: Filippo Mercuriali, Riccardo Rossi ed io. Dietro avevamo fatto il vuoto ed era chiaro a tutti e tre che sarebbe stato difficile per uno di noi scappare nella sezione del fiume. Sapevamo tutti che la gara si sarebbe decisa al ritorno in mare e così è iniziato un gioco mentale di attesa e risparmio di energie in previsione del prossimo attacco. Abbiamo girato la boa in fondo al fiume senza problemi per poi dirigersi di nuovo verso l’uscita. Questo tratto di gara è molto emozionante visto che si incrociano altri atleti e amici che pagaiano nella direzione opposta, con i quali ci si incita a vicenda scambiandosi energie e buone vibrazioni.
Una volta superato di nuovo il ponte, il ritorno in mare si avvicinava e la gara stava per entrare nel vivo. Mi sono spostato verso la scogliera appena mi è stato possibile, per sfuggire al vento e surfare le onde che rimbalzavano sugli scogli. Una volta lasciata alle spalle l’imboccatura del fiume ho creato un piccolo gap sugli altri due atleti surfando le onde laterali, poi di nuovo in mare aperto ho capito che avrei potuto vincere la gara, mi sono concentrato unicamente sul surfare e connettere più onde possibili per gli ultimi 2 chilometri verso l’ultima boa. La mia traiettoria e la strategia stavano funzionando, quando mancava un chilometro alla fine ero primo con poco meno di un minuto di vantaggio, la concentrazione era massima e anche il divertimento viste la velocità e la sensazione di scorrimento della mia Sunova Allwater 14X22. Una volta raggiunta l’ultima boa ho iniziato a sentire la voce di Elia Rossetti, organizzatore dell’evento, speaker e compagno di avventure che commentava la gara e incitava il pubblico. Questo è stato forse il momento più intenso della gara, mi sono rilassato e mi sono goduto le ultime centinaia di metri surfando carico di energia per le parole di Elia e per il tifo del pubblico. Un’ultima planata mi ha portato fino a riva dove ho corso verso il traguardo e suonato la campana che decretava la fine dell’Etrusca SUP Race. Filippo Mercuriali ha terminato al secondo posto aggiudicandosi anche la classifica combinata di campionato nazionale FISSW, e Riccardo Rossi ha completato il podio al terzo posto. Tra le donne invece la pluricampionessa italiana e mondiale Cecilia Pampinella ha confermato il suo stato di forma vincendo l’Etrusca per il secondo anno di fila.
L’Etrusca SUP Race 2025 è stata per me davvero speciale, non solo per il risultato. Sono state tante le emozioni che ho provato, la soddisfazione per essere tornato a pagaiare forte dopo un infortunio davvero fastidioso, la bellezza di aver vinto una gara nel modo in cui l’avevo immaginato, la gratitudine per il tifo delle persone presenti e per aver condiviso questo weekend con vecchi e nuovi amici. Tutto ciò mi ha dato una grande carica per la stagione internazionale che sta per iniziare ma soprattutto molta energia per non smettere mai di pagaiare e apprezzare il benessere che deriva dal fare sport, soprattutto dopo uno stop forzato che mi ha tenuto lontano dal mare.