SPRINT
Chi mi conosce sa che non sono affatto un fan delle sprint in linea, le sprint con un giro di boa e magari un beach start sono divertenti, ma pagaiare in linea alla massima potenza non è ciò che mi appassiona di più nel nostro sport.
Il format proposto da ICF quest’anno però mi ha fatto ricredere. La riduzione della distanza a 100 metri ha fatto sì che le gare, fin dai primi turni, fossero molto combattute, si sono visti duelli sul filo del rasoio e grandi nomi eliminati nelle fasi iniziali per meno di un secondo. Questo tipo di gara fa in modo che il livello si pareggi, non servono skills oceaniche o anni di esperienza, basta (si fa per dire) un ottimo allenamento da sprinter per ottenere dei risultati. Questa caratteristica ha favorito anche atleti che sono nuovi sulla scena internazionale, magari provenienti dal mondo della canoa, che hanno trasferito il loro know-how canoistico sullo stand up paddling.
In conclusione credo che questa nuova distanza sia stato un passo in avanti nel nostro sport, rendendo emozionante e dinamica una sprint in linea, e trovando la distanza giusta da percorrere in SUP in questo tipo di evento.
TECH RACE
Il percorso originale della Tech prevedeva una partenza dalla spiaggia e un passaggio a terra prima dell’ultima boa, poi a causa della conformazione della spiaggia è stato cambiato, provocando qualche polemica da parte di alcuni atleti che avevano passato mesi ad allenarsi in modo specifico su quel percorso. Il percorso rivisitato prevedeva quindi una partenza da seduti, sei giri di boa, nessun passaggio a terra e un arrivo in linea direttamente in acqua.
La difficoltà maggiore soprattutto nella prima giornata è stato un forte vento laterale che spingeva gli atleti sulle boe. Per il resto le gare sono state abbastanza piatte almeno fino alle semifinali dove il livello in acqua si è alzato e lo spettacolo è iniziato.
Il grande spettacolo è iniziato proprio con le finali dove il livello in acqua era davvero stellare. La conformazione del percorso faceva sì che chi girava per primo la prima boa avesse una grande probabilità di fare podio, ma questo ha creato anche duelli e incidenti proprio nella fase iniziale della gara.
Nella finale femminile c’è stato un momento di tensione alla prima boa che ha influenzato la gara con cadute e contatti che hanno portato anche alla penalizzazione di alcune atlete. L’unica atleta che è riuscita ad evitare il caos creatosi in boa è stata poi colei che si è aggiudicata la gara.
La gara maschile invece è stata una sfida a tre dalla seconda parte di gara in poi con il vincitore che ha inventato un sorpasso esterno all’ultimo giro di boa da far saltare in piedi sul divano i fanatici del SUP RACE.
In conclusione questa Tech Race non era di per sé emozionante, visto il percorso e le condizioni super flat. Per fortuna gli atleti sono riusciti a dare spettacolo grazie alle loro skills e alla loro abitudine a gareggiare ad altissimi livelli
LONG DISTANCE
La lunga distanza prevedeva due giri da 5,5 chilometri intorno al perimetro del Nathan Benderson Park. Avremmo potuto descrivere che gara sarebbe stata già un anno fa quando la ICF annunciò la location del mondiale. Un percorso di questo tipo infatti garantisce una partenza fortissima per contendersi le prime posizioni, una fase centrale abbastanza lenta e una fase finale molto concitata per contendersi il podio. E così è stato, a parte qualche eccezione e qualche episodio che hanno reso la gara più interessante. Nella categoria femminile si è creato un treno di testa che è rimasto intatto fino all’ultimo chilometro. Negli uomini invece il gruppo di testa era davvero grande, con oltre dieci atleti che pagaiavano fianco a fianco e qualche scatto bruciante per fare selezione e controllare lo stato di forma. La gara maschile si è conclusa poi con uno scatto bruciante durato 500 metri da parte del vincitore che si è aggiudicato la gara dopo una caduta in partenza che lo ha costretto ad una rimonta impressionante (così come il terzo classificato).
La lunga distanza è stata forse la gara meno emozionante delle tre, ma di nuovo grazie al livello atletico e tecnico dei partecipanti ha regalato comunque spettacolo, almeno nella fase finale della gara.
Questo è solamente il mio punto di vista sull’evento visto da casa, solitamente quando sono coinvolto direttamente in gara le emozioni sono molto più forti e non consentono un’analisi distaccata come questa. Sicuramente se fossi stato presente la mia visione dell’evento sarebbe stata differente, forse migliore, forse peggiore.
I prossimi mondiali ICF saranno ad Abu Dhabi a novembre 2025, sarà sicuramente una nuova occasione di crescita e di espansione dei confini per il SUP RACE.