Last Paddler Standing: la prima gara di Sup a vincere una gara Sup
Il fascino dell’ULTRA
Di Paolo Marconi
Mi imbattei per la prima volta nel Last Paddler Standing durante l’inverno del 2022. Lo conobbi per caso, navigando sul web, lo incontrai prima sui social e poi visitai il suo sito scoprendo quella che più che una gara è un'entità, una bestia da domare, una sfida incognita che può portarti a vivere un viaggio introspettivo enorme.
Quell’anno partecipai e vinsi alla prima edizione del Last Paddler Standing, Vinsi dopo 48 ore di gara, scoprendo una nuova dimensione del Sup Race e immergendomi a pieno nell’ultra paddling. Scoprii una fantastica comunità di suppisti che amano percorrere lunghissime distanze e che amano guardarsi dentro attraverso questo tipo di sfida. Ancora oggi la Last Paddler Standing è la gara che più mi ha regalato emozioni, cambiando profondamente il mio approccio allo sport ma anche al quotidiano.
Il format della Last Paddler Standing prevede un percorso di 5,5 km da compiere nel tempo limite di 1 ora, ogni ora per 48 ore. Dal 49 esimo giro in poi il percorso si trasforma in una figura mitologica di 8 km da domare nel tempo limite di 1 ora, dopo aver pagaiato per i precedenti 2 giorni senza aver praticamente mai dormito.
Alla maggior parte delle persone sembra una cosa folle, quasi masochistica, moltissimi non trovano alcun senso nel pagaiare abbastanza lentamente nello stesso posto per oltre due giorni. Se però il concetto di questa gara stuzzica la vostra voglia di introspezione, di avventura e di superamento del limite, qui avrete pane per i vostri denti.
La gara avviene a cavallo tra Novembre e Dicembre a Sarasota nel bacino artificiale del Nathan Benderson Park, l’ideatore di questa sfida è Greg Wingo che si è liberamente ispirato al format delle competizioni di corsa denominate Backyard Race. Greg ha creato una delle gare alternative più affascinanti nel mondo del nostro sport. Non sarà mai un evento al quale parteciperanno centinaia di persone ma senza alcun dubbio è l’evento che più crea un legame tra chi guarda da casa e chi pagaia. Tutti coloro che seguono da casa si saranno almeno una volta proiettati mentalmente nella gara, empatizzando con gli atleti e riflettendo su come si sarebbero sentiti essendo al loro posto.