Marathon International des Gorges de l’Ardèche
Alla scoperta dei confini del SUP Race
di Paolo Marconi
Marathon International des Gorges de l’Ardèche
Alla scoperta dei confini del SUP Race
di Paolo Marconi
La Maratona Internazionale de l’Ardèche è una delle gare degli sport di pagaia più conosciute tra gli amanti delle discese dei fiumi. Giunta alla 40esima edizione, questa competizione richiama atleti da tutta Europa che si ritrovano per sfidarsi su ogni tipo di imbarcazione sul fiume Ardèche, pagaiando in un panorama suggestivo. La partenza ha luogo a Vallon Pont d’Arc proprio sotto l’iconico Pont d’Arc, un arco calcareo dell’altezza di 60 metri che dà il nome al paese, 28 chilometri a valle la gara termina presso Saint Martin de l’Ardèche sotto gli occhi di centinaia di spettatori. La Marathon è aperta a canoe e kayak di ogni tipo, singoli o in equipaggio, dal 2016 è stato inserito anche il SUP Race diventando poi una tappa del circuito internazionale Eurotour. Lo spirito di questa gara è unico, in quanto sulla linea di partenza si possono trovare atleti di calibro internazionale che gareggiano per vincere ma anche pagaiatori amatoriali che scendono il fiume in maschera con uno spirito molto più goliardico.
Susak ed io avevamo già partecipato nel 2022 e non vedevamo l’ora di tornare a scendere il fiume Ardèche, per noi è una gara alternativa che tiene viva la nostra passione e la nostra motivazione dopo molti anni di competizioni. Non capita tutti i giorni di scendere le rapide di un fiume a velocità impensabili a bordo di un 14 piedi da gara, inoltre è obbligatorio indossare casco e salvagente e NON avere il leash.
Così alle 9 in punto di domenica 10 Novembre ci siamo ritrovati in mezzo a un centinaio di suppisti (le partenze sono scaglionate in base al tipo di imbarcazione) per la partenza di questa avventura fluviale. La corrente si fa sentire fin dall’inizio rendendo più leggero lo sprint iniziale ma non c’è neanche il tempo di ammirare il paesaggio perché dopo neanche 500 metri entriamo nella prima sezione di rapide. Le sessioni di acqua bianca o rapide nel fiume Ardèche non superano il II grado ma affrontarle su una tavola da race di 14 piedi è un’esperienza adrenalinica. Susak utilizzava una Sunova FlatWater 14x23 mentre io ero a bordo della Sunova AllWater 14x22.
Le prime rapide sono di riscaldemento, non sono troppo violente e non c’è molta acqua quest’anno, così c’ il tempo di prendere confidenza con il movimento della tavola con la corrente, un movimento impossibile da ritrovare in qualsiasi altra condizione che non sia la discesa di un fiume. Per entrambi era la seconda discesa di un fiume in SUP della nostra carriera, la prima era stata durante la nostra prima partecipazione in questa gara.
I primi chilometri di gara scorrono velocemente seguendo il potente flusso del fiume. Poi dopo poco più di 4 chilometri si affronta una rapida più vigorosa che può coglierci impreparati disarcionandoci dalla tavola e facendola girare con la prua verso monte. La velocità aumenta e nella prima metà di gara si affrontano diverse sezioni di acqua bianca con onde che arrivano all’altezza delle ginocchia. Approcciando queste sezioni la tavola accelera repentinamente e guardando il fondale si vedono i sassi sfrecciare sotto di noi dandoci una idea della velocità a cui navighiamo.
Con il passare dei chilometri la confidenza aumenta e si prova a domare anche qualche rapida più potente. Le gambe sono sotto pressione tutto il tempo, nelle acque bianche cerchiamo di stare il più bassi possibile spingendo la tavola sull’acqua e controllando i bordi per non essere disarcionati. Alcune volte la tavola si ribalta con la pinna in alto in seguito ad una caduta, altre volte ci si abbassa fino a cadere sulle ginocchia per non essere sbalzati in aria dalle onde create dalla corrente. È un vero e proprio rodeo.
Superati i 20 chilometri di gara il fiume diventa più mansueto, le rapide più gentili e la confidenza con la tavola è aumentata, consentendo di gestire al meglio la discesa. Gli ultimi 4 o 5 chilometri si torna a pagaiare in acqua piatta, anche se la corrente si sente ancora regalando delle ottime medie al chilometro. Quando manca poco più di un chilometro all’arrivo sulla nostra destra in cima alla rocca si vede il castello del villaggio medievale di Aiguèze, da qua si inizia a vedere l’arco di arrivo a Saint Martin de l’Ardèche. Ultima insidia della gara è il giro di boa finale prima degli ultimi 200 metri controcorrente da percorrere per tagliare il traguardo. Un giro di 180 gradi con la corrente che spinge la tavola sul fianco sinistro che se fatto troppo largo può farti ritrovare stampato contro la riva spinto dalla forte corrente.
L’arrivo sotto l’arco è emozionante, il paese è pieno e le sponde del fiume pullulano di spettatori che acclamano dal primo all’ultimo pagaiatore. Susak vince la gara ed io mi classifico al secondo posto. Il risultato in questa gara però è secondario, l’esperienza della discesa è impagabile e la pura performance lascia spazio alle skills e al divertimento nelle rapide. Penso sia una delle poche gare al termine della quale il primo pensiero dopo il traguardo è quello di voler ripartire subito per un’altra discesa.
L’evento quest’anno ha riunito oltre 1700 atleti provenienti da 15 diverse nazioni. Oltre alla gara la Maratona è una vera propria festa che coinvolge una valle intera e i suoi paesi. In eventi come questo tanti sport diversi si trovano per gareggiare e scendere un fiume ognuno col suo mezzo preferito. Un momento di contaminazione per diversi sport acquatici che regala l’opportunità per imparare da culture sportive differenti. Non importa se tu sia in SUP, kayak o canoa, all’arrivo tutti quanti celebrano la discesa del fiume Ardèche.